Yama, il primo passo dello yoga
Sabato 25 ottobre 2025 presso ChiaroScuroYoga si è svolto un incontro tematico dedicato a yama, il primo passo dello yoga. Questo articolo introduce il tema e offre alcuni spunti di riflessione anche per chi non ha potuto partecipare, ma desidera unirsi ai prossimi incontri. In fondo all’articolo puoi trovare le fonti di approfondimento e scaricare la dispensa distribuita durante la lezione.
Gli otto passi dello yoga di Patanjeli
Gli Yoga Sūtra di Patañjali rappresentano uno dei testi fondativi dello yoga. Nella forma in cui li conosciamo oggi, furono probabilmente composti tra il II secolo a.C. e il IV secolo d.C.
Il termine yoga significa letteralmente “unione” e indica una disciplina che integra corpo, mente e coscienza: un cammino pratico e al tempo stesso filosofico. Il termine sūtra indica la modalità di scrittura: brevi frasi concise, ermetiche, dense di significato. Ogni sūtra è come un “promemoria” per la pratica o la riflessione, pensato per essere memorizzato e commentato.
La figura di Patañjali è in parte avvolta nel mistero: non si sa con certezza se sia stato un singolo autore, un compilatore di tradizioni più antiche o un simbolo collettivo. Ciò che è certo è che gli Yoga Sūtra hanno codificato un percorso chiaro in otto passi (aṣṭāṅga), che descrivono la via dello yoga come disciplina di trasformazione interiore.
Questi otto passi sono elencati nel sūtra 29 del secondo libro, riportato qui di seguito in sanscrito, trascrizione fonetica del sanscrito e traduzione in italiano.
Sutra II.29
यमनियमासनप्राणायामप्रत्याहारधारणाध्यानसमाधयोऽष्टावङ्गानि॥२९॥
yama niyama āsana prāṇāyāma pratyāhāra dhāraṇā dhyāna samādhayah aṣṭau aṅgāni ॥29॥
Gli otto passi sono: yama, niyama, āsana, prāṇāyāma, pratyāhāra, dhāraṇā, dhyāna e samādhi.
Yama
Il primo passo dello yoga è yama, che può essere tradotto come “le astensioni”. Si tratta delle fondamenta morali su cui poggia tutta la pratica yogica: un insieme di atteggiamenti che orientano il nostro modo di relazionarci con gli altri e con il mondo. Yama è descritto nei sui componenti nel sūtra successivo, il numero 30.
Sutra II.30अहिं सा सत्या स्तेयब्रह्मचर्या परि ग्रहा यमाः ॥३०॥
ahimsā satya asteya brahmacarya aparigrahāḥ yamāḥ ॥30॥
Yama (le astensioni) consistono in ahimsā, satya, asteya, brahmacarya, aparigrahāḥ.
I cinque componenti di yama sono ahimsā (astensione dalla violenza), satya (astensione dalla falsità), asteya (astensione dal furto), brahmacarya (astensione dall’incontinenza delle passioni), aparigrahāḥ (astensione dall’avidità).
Come si rapportano alla nostra vita
Questi principi non sono regole rigide o comandamenti religiosi: sono strumenti di consapevolezza. Patañjali non propone dogmi, ma invita a coltivare equilibrio, armonia e rispetto in ogni aspetto della vita.
Ahimsā non significa soltanto non-violenza fisica, ma anche evitare parole o pensieri che feriscono. È gentilezza, rispetto, empatia.
Satya non è solo dire la verità, ma anche essere autentici con sé stessi, senza maschere o finzioni.
Asteya va oltre il non rubare in senso materiale: è non appropriarsi delle idee, del tempo o dell’energia altrui.
Brahmacarya non implica necessariamente il celibato, ma una relazione equilibrata con le nostre passioni.
Aparigrahāḥ ci invita a liberarci dall’attaccamento al possesso, imparando a vivere con semplicità e gratitudine.
Questi principi sono alla base della pratica sul tappetino — ma soprattutto prendono vita quando scendiamo dal tappetino e incontriamo gli altri. Nelle relazioni familiari, al lavoro, nelle piccole scelte quotidiane: yama diventa una bussola etica che guida la nostra crescita personale e spirituale.
Fonti e approfondimenti
Iyengar, B. K. S. (2002). Light on the Yoga Sūtras of Patañjali. Thorsons (Revised edition).